Glossario

  • Antesterie

Si tratta di feste ateniesi in onore di Dioniso, celebrate per la durata di tre giorni nell’ottavo mese dell’anno attico, detto appunto antesterione (dalla seconda metà di febbraio alla prima di marzo). Sono dette anche “primaverili” o anche  feste “del vino” in quanto in quei giorni si aprivano degli orci e si tenevano numerose gare di bevuta collettiva durante la quale si offrivano fiori (ανθοι) ai vincitori.

  • Canone Alessandrino

 Il Canone alessandrino, chiamato anche  Canone di Alessandria, è il nome attribuito ad un elenco di scrittori greci, considerati dai grammatici alessandrini del III secolo a.C. (Aristofane di Bisanzio e Aristarco di Samotracia) i modelli dei vari generi letterari. L’obiettivo consisteva nel selezionare gli autori greci in base alla purezza della loro lingua in un’epoca in cui essa era messa in discussione. Se da una parte il Canone alessandrino ha agevolato la conservazione dei testi degli autori in esso contenuti, dall’altra  ha comportato l’oblio degli autori che non furono citati, i quali avrebbero potuto avere grande importanza per noi.

  • Ditirambo

Era, nell’antica Grecia, un canto corale in onore del dio Dioniso. Era una danza collettiva, drammatica e rapida, eseguita in circolo da cinquanta danzatori incoronati da ghirlande. Il solista rappresentava lo stesso Dioniso, mentre i coreuti lo accompagnavano con lamentazioni e canti di giubilo. Il Ditirambo accompagnava anche i cortei (pompè) di cittadini mascherati che, in stato d’ebbrezza, inneggiavano a Dioniso suonando flauti e tamburi.

  • Falloforie

Dette anche itifallici, sono processioni arcaiche che celebrano il rito della propiziazione della fertilità dei campi. Ce ne da testimonianza già Erodoto nelle sue ‘Storie’ in un excursus culturale sulla civiltà egiziana. Si tratta in breve di cortei solenni in onore di Priapo e Dioniso nelle quali si trasportavano enormi falli di legno, accompagnando il corteo con canti tipici.

  • Farse Megaresi:

Rappresentazioni mimiche della tradizione popolare che allestivano semplici scenette con situazioni e personaggi tipici stereotipati.

  • Fliaci: 

Termine usato nel VI-IV sec. a.C. per indicare gli attori della farsa fliacica, diffusa nella Magna Grecia. originariamente di significato propiziatorio per l’agricoltura, le loro rappresentazioni si basarono poi su scene di vita quotidiana e di parodia mitologica. Gli attori vestivano  maschere grottesche od oscene ed erano provvisti di imbottiture che rendevano ridicole le figure

  • Marmor Parium:

E’ una lastra di marmo su cui vennero raccontati numerosi episodi della storia greca. Non conosciamo l’autore, ma riasale alla metà del III secolo a.C. . In origine era alta due metri e larga settanta centimetri, è stata ritrovata in ampi frammenti nell’isola di Paro.

  • Mimi:
    Il mimo è un genere letterario che non fu pensato specificatamente per la rappresentazione sulla scena. Scritto o in prosa o in versi, rappresenta in forma dialogata scene di vita quotidiana.
  • Palliata:

E’ uno dei due generi di commedia latina: togata (commedia di argomento latino) e palliata (commedia di argomento greco). Nella palliata erano greci sia i personaggi, sia il luogo in cui era ambientata la vicenda, sia l’opera originaria presa come modello dall’autore. Il nome deriva dall’abito greco, il pallio, che indossavano gli attori.

 

Chiara Corona e Maria Mura


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