Acarnesi

di Aristofane

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Personaggi

  • DICEOPOLI, contadino
  • ANTIFEO
  • CORO DEI VECCHI ACARNESI
  • FIGLIA DI DICEOPOLI
  • MOGLIE DI DICEOPOLI
  • EURIPIDE
  • LAMACO
  • UN MEGARESE
  • DUE FIGLIUOLE DI MEGARESE
  • UN SERVO DI LAMACO

 

Trama

Diceopoli, un contadino stanco di vedere i propri raccolti distrutti dai soldati spartani, va sulla collina di Pnice dove, regolarmente, si svolge l’assemblea ateniese, ma questa tarda ad iniziare a causa dello scarso interesse dei concittadini verso la polis. Quando finalmente comincia, il primo a parlare è Anfiteo che propone una pace con Sparta; ma viene cacciato.

Segue una descrizione comica e carnevalesca dei membri della classe politica ateniese.

In seguito Diceopoli incontra Anfiteo al quale aveva affidato il compito di recarsi a Sparta per chiedere un accordo privato. La risposta che riceve è che deve scegliere tra tre paci: una di cinque anni, una di dieci e una di trenta. Diceopoli opta per quest’ultima, ma  Anfiteo deve velocemene scappare in quanto,  per aver proposto la pace con Sparta, è stato minacciato di morte dagli Acarnesi, popolo di carbonai guerrieri, rappresentato dal coro.

Segue una processione fallica, alla quale partecipano anche Diceopoli, la figlia e il servo.

Quando poi gli Acarnesi capiscono che Diceopoli ha dato il via alla tregua, tentano di lapidarlo, ma il contadino sa cosa fare: prende del carbone e subito il coro depone le pietre chiedendo pietà.

Comincia poi una riflessione: non ci vuole nulla ad imbrogliare i contadini: appena si loda la loro città  perdono la testa come dei fessi; i vecchi cercano solo di mordere coi voti, anziché collaborare con la città.

Diceopoli si reca da Euripide per chiedergli i cenci con cui ornava i suoi eroi. Il tragediografo si mostra di cattivo umore in quanto ha l’impressione di dare via insieme agli stracci anche i suoi versi. Diceopoli torna dagli Acarnesi e racconta la sua verità sulla guerra: la causa sta nel rapimento della prostituta Simeta a Megara, rapimento al quale i Megaresi hanno risposto con il rapimento di due prostitute di Aspasia (concubina di Pericle). Per questo fatto, Pericle ha lanciato fulmini contro Megara e i suo abitanti hanno chiesto aiuto agli Spartani.

Dopo questa riflessione, il coro si divide in due parti: una a favore della pace, l’altra vuole la guerra e invoca Lamaco, stratega e soldato. Diceopoli, con poche parole, mostra lo scarso valore di Lamaco e lo manda via dalla scena; dopo di che proclama il libero mercato anche con le città in guerra con Atene.

La commedia si conclude con Lamaco che è chiamato in guerra al nord e Diceopoli che è invitato alla festa dei Boccali e delle Pentole. Lamaco tornerà ferito ma non come eroe, Diceopoli vincerà il premio di miglior bevitore.

Commento

La commedia tratta del malcontento delle classi popolari davanti alla guerra del Peloponneso. Il protagonista è Diceopoli (Δικαιόπολις, letteralmente “cittadino giusto”) che incarna il desiderio di pace.

Il conflitto tra Atene e Sparta si sta espandendo in tutta la Grecia, determinando il cambiamento dei valori etici, religiosi e politici del V secolo: i bersagli di Aristofane sono i sostenitori della guerra ed Euripide.

Gli Acarnesi hanno un intento pacifista e molte delle battute rivolte al pubblico nella parabasi sono in realtà indirizzate all’uomo politico. La commedia è quindi una satira politica e in essa Aristofane se la prende contro gli errori di politici incapaci, unici colpevoli di avere provocato la guerra.

Martina Spada

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